sabato 30 gennaio 2016

Se fai l'amore con la televisione, ricordati il soprabito...




   …dove per “soprabito” si intende una protezione popolarmente conosciuta anche con
il termine di preservativo.

   Anche guardare la TV può essere molto istruttivo, a condizione che lo si faccia non per
venirne condizionati (né tantomeno per informarsi!), ma anzi per imparare a capire ed
evitare le tecniche ed i trucchi usati proprio dalla propaganda. Abbiamo già visto (Babbo Natale e la CocaCola) le modalità attraverso cui funziona uno spot pubblicitario e i troyan emozionali usati per
entrarvi in testa eludendo l’attenzione e la critica vigile.
   Bene: poiché ormai tutta l’informazione è diventata propaganda, essa funzionerà
esattamente allo stesso modo di una pubblicità, ed userà le stesse identiche tecniche, che
anzi saranno ancor più visibili in quanto applicate alla buona, velocemente, con scarso
senso estetico e funzionale dai giornalisti stessi trasformatisi ormai in un mostruoso aborto
comunicativo.

   Aborto comunicativo in quanto se snaturati della loro vera funzione di informazione,
non sono tuttavia dei pubblicitari né vengono messi in condizione di utilizzare
adeguatamente le conoscenze e i mezzi dello spin doctoring: non sono più né carne né
pesce insomma, ed infatti chi sa leggere il loro tipo di comunicazione non potrà far altro
che contorcersi dalle risate, o vomitare di brutto se lo stomaco è più debole; a rifarsi la
bocca potrà poi servire la degustazione di un bello spot pubblicitario che almeno è cucinato
bene.
   Questo serva dunque a consolarci facendoci già intuire che le trasmissioni di cosiddetta
informazione, ben lontane dal costituire quel temibile strumento di controllo orwelliano
paventato dai più, possono risultare godibili al pari delle comiche di Stanlio e Ollio,
talmente la propaganda ivi profusa è maldestra, risibile, riconoscibilissima e cafona
(ovviamente poi resta il problema di andarsi a cercare un po’ di informazione meno
addomesticata).



   Molto più pericolose invece sono proprio le trasmissioni d’intrattenimento, dove la
propaganda non riguarda più un singolo fatto ma tende ad infondere un intero modo di
pensare, una visione del mondo, insomma quel Pensiero Unico tanto caro al potere, con
tecniche che tenderanno ad operare quello svuotamento degli Archetipi a noi più cari per
ridurli a puro veicolo, a puro strumento di vendita dell’ideologia dominante. In questi
contenitori (talk-show, telefilm seriali, fiction, film) la propaganda è meglio gestita e
confezionata più professionalmente; inoltre è meno visibile sia perché presentandosi come
“intrattenimento” tali spettacoli abbassano automaticamente le nostre barriere critiche e ci
trovano già bendisposti e rilassati, sia perché il loro fine non è semplicemente camuffare un
evento ma orientare il pensiero e l’opinione pubblica nel suo complesso. Il loro fine
insomma è proprio quello di creare quel backgroud emozionale e culturale sul quale andrà
poi a innestarsi la disinformazione spicciola.
   Sono queste pertanto le trasmissioni che rappresentano il vero pericolo televisivo da cui
difendersi, anche perché vengono appositamente allestite ad hoc, così come i colossal, i
festival dei fiori e qualunque altro costoso baraccone mediatico direttamente gestito dal
potere.
   Anche qui avremo ampia scelta di menù, e potremo osservare quale cura viene messa nel
condire con la salsa della propaganda piatti “per bocche buone” (come i talk-show in
genere) dove l’uso della medesima sarà sfacciato e preponderante e le tecniche facilmente
riconoscibili, fino ai piatti più raffinati, come l’ultimo film di successo, la fiction, il
programma culturale in seconda serata, dove per riconoscerne le più sottili sfumature e gli
amalgami sopraffini servirà un certo palato da sommelier.

   Il loro funzionamento però, stringi-stringi, è sempre riconducibile alle tecniche già viste
parlando dello spot, e quindi facilmente sgamabile da un occhio appena un po’ attento.
Non serve infatti la laurea per riconoscere e stornare la propaganda, ma qualche
accorgimento tecnico e un po’ di psicologia spicciola, accorgimenti che cercheremo qui di
vedere non in modo accademico ma proprio con la funzionalità richiesta ad un semplice
“vademecum” da applicare e utilizzare alla bisogna.



   La transazione Genitore >> Bambino: il primo fondamentale meccanismo da capire
appena ci sediamo davanti alla TV è che essa, in quel momento stesso, assume
automaticamente per il nostro inconscio il ruolo dell’Autorità. Ora, l’Autorità in senso
lato (così come il Potere) è un’idea di per sé senza colore né connotazione morale, un puro
contenitore nel quale io ripongo la mia fiducia e la mia disponibilità a lasciarmi guidare e
plasmare.

   Esistono però sia esempi di Autorità Positive come anche una serie di Autorità Negative:
la differenza tra l’una e l’altra sta nel modo di applicazione dello strumento autoritario: se
chi lo detiene lo userà per DIMINUIRE LA DISTANZA esistente tra i due soggetti
parleremo di applicazione positiva dell’autorità (esempio di questo tipo è il maestro, il
genitore coscienzioso, chi insegna un’arte, tutti i casi in cui l’interesse di entrambi i soggetti
coincide nel raggiungimento di una sostanziale parità, e nell'annientamento stesso delle
distanze per arrivare ad un pareggiamento ideale di capacità e conoscenza). Se chi lo
detiene lo userà invece per AUMENTARE LA DISTANZA esistente tra i soggetti
parleremo di autorità negativa (ne troviamo esempi in ogni forma fortemente
burocratizzata, nell’esercito, nelle gerarchie chiuse, nei rapporti di lavoro sottomesso, ecc,
dove l’interesse dell’autorità sta nel mantenere le distanze tra i soggetti inculcando
nell’altro un senso di inferiorità). A sua volta potremo distinguere in questa seconda
categoria le forme del semplice Autoritarismo (gestione rigida dell’autorità a fini
organizzativi come avviene per esempio nell’esercito) e del molto più pericoloso Sadismo
(gestione dell’autorità tendente alla sopraffazione fisica e/o psicologica del sottoposto).

   Non solo la TV e i Media usano oggi quasi esclusivamente quest’ultimo tipo di
Autorità sadica, ma lo fanno anche in modo che non riusciamo a metterlo in discussione,
instaurando la tipica “transazione obliqua” (ne parleremo in un prossimo post, trattando
di Eric Berne e dell’analisi transazionale) esistente tra genitore e bambino ed usandola in
modo tipicamente sadico (aumentare la distanza con l’inganno e creare sudditanza
psicologica).
   Infatti il linguaggio attuale dei media non è (come sarebbe da aspettarsi in un ambito
puramente informativo) del tipo Adulto >> Adulto, in cui si stabilisce un rapporto
comunicativo paritario, ma adotta il tipico linguaggio che si userebbe con un bambino di
pochi anni: pur estremamente suadente, è ovvio il messaggio trasversale di netta
distinzione tra “chi sa” e chi “deve tacere ed ascoltare perché non ha l’età né l’esperienza
per capire e tantomeno per controbattere”. Tecnica usatissima per esempio nei talk-show,
dove il conduttore voglia ridurre al silenzio un interlocutore diventato scomodo, tecnica
con cui si danno le notizie nei TG, tecnica usata in modo più innocuo in ogni spot, dove si
fa appello proprio alla temporanea regressione infantile ottenuta subliminalmente
attraverso il troyan emozionale.



   Prendere confidenza con questa tecnica sarà quindi la prima cosa da fare per
difendersi dalla persuasione occulta; ci ritorneremo: nel frattempo potreste divertirvi
analizzando dall’esterno qualsiasi dialogo tra due persone, e vedere tra quali “stadi” (Genitore, Adulto, Bambino) viene condotta la transazione comunicativa.
   Va da sé che il mio atteggiamento sarà molto diverso se il mio interlocutore si rivolge a
me come un bimbo o come un adulto, in quanto tenderò automaticamente a mettermi
proprio in quella condizione emotiva: e se con un interlocutore reale posso riconoscere e
forzare questo espediente cercando di non sottostare a questo gioco, la stessa cosa non
potrò assolutamente farla con uno schermo di vetro!

Decalogo del perfetto amante mediatico:

   Ecco quindi una serie di tecniche psicologiche di vasto utilizzo mediatico, tecniche da
cui "preservarvi" per far l' amore in tutta sicurezza anche con la televisione:

1-La strategia della distrazione
   L’elemento primordiale del controllo sociale è la strategia della distrazione che consiste nel deviare l’attenzione del pubblico dai problemi importanti e dei cambiamenti decisi dalle élites politiche ed economiche, attraverso la tecnica del diluvio o inondazioni di continue distrazioni e di informazioni insignificanti.
   La strategia della distrazione è anche indispensabile per impedire al pubblico d’interessarsi alle
conoscenze essenziali, nell’area della scienza, l’economia, la psicologia, la neurobiologia e la
cibernetica. “Mantenere l’Attenzione del pubblico deviata dai veri problemi sociali, imprigionata da
temi senza vera importanza. Mantenere il pubblico occupato, occupato, occupato, senza nessun
tempo per pensare, di ritorno alla fattoria come gli altri animali”.

2- Creare problemi e poi offrire le soluzioni.
Questo metodo è anche chiamato “problema - reazione - soluzione”. Si crea un problema, una
“situazione” prevista per causare una certa reazione da parte del pubblico, con lo scopo che sia
questo il mandante delle misure che si desiderano far accettare. Ad esempio: lasciare che si dilaghi o
si intensifichi la violenza urbana, o organizzare attentati sanguinosi, con lo scopo che sia il pubblico
che richiede le leggi sulla sicurezza e le politiche a discapito della libertà. O anche: creare una crisi
economica per far accettare come un male necessario la retrocessione dei diritti sociali e lo
smantellamento dei servizi pubblici.

3- La strategia della gradualità.
Per far accettare una misura inaccettabile, basta applicarla gradualmente, a contagocce, per anni
consecutivi. È in questo modo che condizioni socioeconomiche radicalmente nuove (neoliberismo)
furono imposte durante i decenni degli anni 80 e 90: Stato minimo, privatizzazioni, precarietà,
flessibilità, disoccupazione in massa, salari che non garantivano più redditi dignitosi, tanti
cambiamenti che avrebbero provocato una rivoluzione se fossero stati applicati in una sola volta.

4- La strategia del differire.
Un altro modo per far accettare una decisione impopolare è quella di presentarla come “dolorosa e
necessaria”, ottenendo l’accettazione pubblica, nel momento, per un’applicazione futura. È più
facile accettare un sacrificio futuro che un sacrificio immediato. Primo, perché lo sforzo non è quello
impiegato immediatamente. Secondo, perché il pubblico, la massa, ha sempre la tendenza a sperare
ingenuamente che “tutto andrà meglio domani” e che il sacrificio richiesto potrebbe essere evitato.
Questo dà più tempo al pubblico per abituarsi all’idea del cambiamento e di accettarlo rassegnato
quando arriva il momento.




5- Rivolgersi al pubblico come ai bambini.
La maggior parte della pubblicità diretta al gran pubblico, usa discorsi, argomenti, personaggi e
una intonazione particolarmente infantile, molte volte vicino alla debolezza, come se lo spettatore
fosse una creatura di pochi anni o un deficiente mentale. Quanto più si cerca di ingannare lo
spettatore più si tende ad usare un tono infantile. Perché? “Se qualcuno si rivolge ad una persona
come se avesse 12 anni o meno, allora, in base alla suggestionabilità, lei tenderà, con certa
probabilità, ad una risposta o reazione anche sprovvista di senso critico come quella di una persona
di 12 anni o meno.

6- Usare l’aspetto emotivo molto più della riflessione.
Sfruttate l'emozione è una tecnica classica per provocare un corto circuito su un'analisi razionale
e, infine, il senso critico dell'individuo. Inoltre, l'uso del registro emotivo permette di aprire la porta
d’accesso all’inconscio per impiantare o iniettare idee, desideri, paure e timori, compulsioni, o
indurre comportamenti….

7- Mantenere il pubblico nell’ignoranza e nella mediocrità.
Far si che il pubblico sia incapace di comprendere le tecnologie ed i metodi usati per il suo
controllo e la sua schiavitù. “La qualità dell’educazione data alle classi sociali inferiori deve essere la più povera e mediocre possibile, in modo che la distanza dell’ignoranza che pianifica tra le classi
inferiori e le classi superiori sia e rimanga impossibile da colmare dalle classi inferiori".

8- Stimolare il pubblico ad essere compiacente con la mediocrità.
Spingere il pubblico a ritenere che è di moda essere stupidi, volgari e ignoranti ...

9- Rafforzare l’auto-colpevolezza.
Far credere all’individuo che è soltanto lui il colpevole della sua disgrazia, per causa della sua
insufficiente intelligenza, delle sue capacità o dei suoi sforzi. Così, invece di ribellarsi contro il
sistema economico, l’individuo si auto svaluta e s’incolpa, cosa che crea a sua volta uno stato
depressivo, uno dei cui effetti è l’inibizione della sua azione. E senza azione non c’è rivoluzione!

10- Conoscere gli individui meglio di quanto loro stessi si conoscano.
Negli ultimi 50 anni, i rapidi progressi della scienza hanno generato un divario crescente tra le
conoscenze del pubblico e quelle possedute e utilizzate dalle élites dominanti. Grazie alla biologia, la
neurobiologia, e la psicologia applicata, il “sistema” ha goduto di una conoscenza avanzata
dell’essere umano, sia nella sua forma fisica che psichica. Il sistema è riuscito a conoscere meglio
l’individuo comune di quanto egli stesso si conosca. Questo significa che, nella maggior parte dei
casi, il sistema esercita un controllo maggiore ed un gran potere sugli individui, maggiore di quello
che lo stesso individuo esercita su sé stesso.


Di Mondart