domenica 17 luglio 2016

7 cose che accadranno quando smetterei di essere controllato da facebook


Link originale: libertà di parola
Tratto da: Nin.Gish.Zid.Da

I social media possono essere un ottimo strumento per tenersi in contatto con la gente, fare nuove amicizie, socializzare in modo efficace e informare ed essere d’aiuto divulgando notizie, articoli, video che possono in qualche modo aprire ad una visuale più ampia.

Purtroppo non tutti lo usano in questo modo. Per molti, il controllo di Facebook è diventato quasi come un lavoro. Essi per hobby, vanno a vedere cosa fanno gli altri ed alcuni diventano così ossessionati da sapere esattamente quello che sta succedendo nella vita di molte persone. Essi svolgono tutti i giochi e seguono tutte le novità proposte dal social. Questa persona potresti essere tu o qualcuno che conosci. Se fosse così, allora forse è il momento di smettere.

Qui ci sono 10 cose che accadranno una volta che smetterai di controllare costantemente Facebook.

1. Riacquisterai il controllo del tuo cervello.
Quando sei ipnotizzato davanti ad una schermata di controllo come Facebook, non stai prestando attenzione al mondo intorno a te. I tuoi animali possono avere bisogno di essere alimentati o di essere portati a fare la loro passeggiata. Lo farai, ma solo dopo che avrai finito il gioco su Facebook. Esci ma sei continuamente davanti a quello schermo, anche con il telefonino. Quando ti staccherai da facebook, inizierai a guardare quello che sta succedendo intorno a te e sarai più consapevole di tutto quello che ti circonda. Per i tuoi animali domestici che soffrono la fame o per i tuoi amici che volevano uscire con te, questa sarà una cosa buona. 

2. Avrai più tempo per te.
I pochi minuti che ti eri ripromesso per collegarti diventano ore e neanche te ne accorgi. Così il tuo tempo prezioso si consuma a fare qualcosa che è del tutto inutile per te, per i tuoi obiettivi e per le persone che hai vicino. Forse non te rendi ancora conto ma l’ossessione da social sta diventando una vera e propria dipendenza. Quando riuscirai finalmente a disintossicarti, scoprirai che la vita si vive fuori, non dentro ad uno schermo.

3. Puoi scoprire chi sono i tuoi veri amici.
Avere una buona amicizia su internet è facile. Messaggiare con le persone e commentare le loro foto richiede pochi istanti. Ci sono persone che commentano tutte le tue foto e mettono il like a tutti i tuoi aggiornamenti di stato. Sappi che hanno speso 45 secondi per farlo, ma appaiono come se fossero veramente tuoi amici. Una volta spento Facebook, queste persone scompaiono. Le uniche persone che ti vogliono bene, sono le persone che si prendono cura di te e che hai intorno. 

4. Scoprirai il valore di te stesso
Sei felice quando qualcuno dei tuoi contatti mette un like ad un tuo post o ad una tua foto. A volte controlli costantemente il telefonino per vedere se si sono aggiunti commenti. Questa è quasi un’azione obbligatoria per dimostrare che le persone hanno visto il tuo post e riconoscono la tua esistenza. Rifletti su questo. Non sono certo i like o i commenti su Facebook che fanno vedere le tue doti o capacità. Molte persone sono troppo vicino al problema per poterlo vedere direttamente, dimenticandosi che noi siamo ben altro di un semplice like o commento fatto da qualche sconosciuto. 

5. Ti sbarazzerai degli stalker.
Praticamente tutti coloro che utilizzano Facebook hanno almeno uno stalker. Questo è particolarmente vero se sei una donna. Le persone possono guardare le tue foto, gli aggiornamenti e tutto ciò senza il tuo permesso. Ricorda che se hai il profilo pubblico tutti sapranno tutto di te, quindi se ti capita di andare da qualche parte e lo pubblichi su facebook, non ti meravigliare se ti troverai lo stalker di turno nel luogo che hai postato. Stai molto attento e cerca di evitare di condividere troppe informazioni sulla tua vita privata. E’ vero che la maggior parte di queste persone che possiamo definire ‘assillanti’, si fermano a dei commenti o ad insistenti messaggi, ma è anche vero che alcuni di essi potrebbero diventare un problema o peggio ancora, degli individui pericolosi per la tua incolumità.

6. Ti sentirai meglio
In uno studio è stato dimostrato senza ombra di dubbio che Facebook ti fa sentire male. Ci sono molte ragioni per questo. Quando registri uno stato e non piace a nessuno, ti senti stupido. Quando pubblichi le foto ed i membri del sesso opposto non commentano, ti senti brutto. Sei costantemente esposto a persone che ti possono giudicare in ogni momento. Come tutto questo non dovrebbe farti sentire inferiore o totalmente depresso?

7. Ti renderai conto che tutto ciò che rappresenta Facebook sono annunci pubblicitari.
Non abbiamo alcun dubbio che ci sono persone su Facebook che legittimamente si prendono cura di te. Tuttavia per Mark Zuckerberg è un pezzo di dati nel suo database per essere estratto e sfruttato. Il tuo lavoro su Facebook è quello di visualizzare annunci pubblicitari, spendere soldi per giochi e rendere il sito ricco. Ma puoi fare altro, puoi usare questo canale per informare e risvegliare le persone e puoi aiutarle nel loro percorso di crescita.


mercoledì 29 giugno 2016

l'Anticristo Europeo



Post fulmineo per segnalarvi e suggerirvi la lettura di un breve racconto di Vladimir S. Soloviev.

Il racconto s'intitola: "Il Racconto dell'Anticristo", fa parte del libro " I tre dialoghi e il racconto dell'Anticristo" (1900), la sua opera ultima.

Di particolare interesse è il modo in cui l'Anticristo viene presentato; vegetariano e animalista, incanta il popolo con magie e illusioni ed è eletto Presidente dell'Unione Europea.

Questo Anticristo irrompe in una storia umana desacralizzata, svuotata di orizzonti trascendenti, agendo nel vuoto, in una frammentazione orizzontale di religioni, culture, popoli, accogliendo ogni aspetto del reale ma spogliandolo al tempo stesso di ogni significato essenziale.

Cito alcuni brani che mi hanno colpito (il grassetto è mio):

Poco dopo la pubblicazione della Via aperta, che fece del suo autore [l'Anticristo N.d.R.] l'uomo più
popolare che fosse mai comparso al mondo, si doveva tenere a Berlino
l'assemblea costituente internazionale dell'Unione degli Stati Unitid'Europa. Questa Unione, istituita dopo una serie di guerre esterne ed
interne, collegate con la liberazione dal giogo dei Mongoli e che aveva
mutato in modo considerevole la carta dell'Europa, questa Unione era
esposta al pericolo di uno scontro, ora non più tra le nazioni, ma tra i partiti
politici e sociali. I reggitori della politica generale europea, appartenentialla potente confraternita dei framassoni, si rendevano conto della carenza
di una autorità generale esecutiva. Raggiunta al prezzo di tanta fatica,
l'Unione europea era ad ogni istante sul punto di disgregarsi. Nel consiglio
dell'Unione o tribunale universale (Comité permanent universel) non si era
raggiunta l'unanimità, perché i veri massoni, votati alla causa, non erano
riusciti a impadronirsi di tutti i seggi. I membri indipendenti del Comitato
stringevano fra loro degli accordi separati e questo fatto prospettava la
minaccia di una nuova guerra. Allora gli «adepti» decisero di rimettere il
potere esecutivo nelle mani di una sola persona, munita dei pieni poteri
necessari. Il principale candidato era un membro segreto dell'ordine,
«l'uomo del futuro».
[...]
L’uomo del futuro fu eletto presidente a vita degli StatiUniti d'Europa.
 Ci sarebbe molto da dire su questo brano, ma rimando tutto ad un prossimo post o alla buona volontà di altri, ché io ho sempre poco tempo.

Un altro brano che colpisce (il grassetto è mio):

Il nuovo padrone della terra era anzitutto un filantropo, pieno di
compassione e non solo amico degli uomini, ma anche amico deglianimali. Personalmente era vegetariano, proibì la vivisezione e sottopose imattatoi a una severa sorveglianza; le società protettrici degli animalifurono da lui incoraggiate in tutti i modi. La più importante di queste sue
opere fu la solida instaurazione in tutta l'umanità dell'uguaglianza che
risulta essere la più essenziale: l'uguaglianza della sazietà generale. Questo
evento si compì nel secondo anno del suo regno. La questione sociale,
economica, fu definitivamente risolta. Ma se la sazietà costituisce il primo
interesse per chi ha fame, per quelli che sono sazi sorge il desiderio di
qualche cosa d'altro.
Perfino gli animali, quando sono sazi, vogliono di solito dormire, ma
anche divertirsi. Tanto più l'umanità, che sempre post panem ha reclamato
circenses.
Qui tutto andrebbe evidenziato, soprattutto l'uguaglianza della sazietà generale ma ancora il tempo stringe, lascio qualsiasi analisi ad un futuro (si spera) prossimo, o alla buona volontà di qualcun altro.

Qui il racconto completo in PDF: Il Racconto dell'Anticristo.

sabato 4 giugno 2016

Governati da una teocrazia



L'umanità è liquida. Malleabile e adattabile a qualsiasi modello venga calato dall'alto.

Si arriva ad accettare la mercificazione totale, è mercificata la Vita stessa e non solo, persino l'atto del dare alla luce una nuova vita, la capacità di portare in grembo una nuova vita è diventato un servizio al consumatore, un prodotto da vendere.

Il Capitalismo assoluto è la nuova forma di governo mondiale, il dio Mercato è il dio delle masse, il Capitalismo assoluto è una teocrazia.

È nella natura umana guardare in alto per cercare qualcosa di più grande, dare una giustificazione alla nostra esistenza cercando il Divino fuori e dentro di noi. 

Di solito il primo passo è la ricerca esterna a noi. Quando l'Ego è pienamente sviluppato (tra gli 8 e i 10 anni), ci rendiamo conto di essere individui separati dal mondo. È in quel momento che si viene agganciati dal dio Mercato, e noi siamo ben lieti di rifugiarci sotto la sua dispotica ala. Il mondo è grande e noi piccoli, e il mondo fa paura.

Viviamo in un reale paradosso psichico. Una perpetua dissonanza cognitiva. Siamo governati da una teocrazia sacrilega, che sistematicamente profana ed oltraggia ciò che è sacro; la Natura.

Una teocrazia che nega sé stessa, dicendo di essere l'opposto di ciò che realmente è. 

Inconsciamente, nel profondo, siamo consapevoli di questa situazione ma ammetterla e, soprattutto, accettare la verità che comporta, è insostenibile, è traumatico. Quindi si innesca un meccanismo di difesa che porta le persone a negare la realtà e a distruggere tutto ciò che potrebbe ricordarglielo. 

Tutto ciò che è anche solo lontanamente spirituale e profondo viene deriso, e se qualcosa è troppo grosso per essere distrutto allora lo si de-spiritualizza, gli si toglie ogni barlume di sacro, e lo si fa piegare ai comandamenti del nuovo dio (come sta facendo papa Ciccio, che è in tutto e per tutto il Messia del dio Mercato, porta la sua parola ai popoli).

La soddisfazione materiale immediata non è un diritto nella teocrazia del Capitalismo assoluto, ma un dovere a cui non ci si può sottrarre. Chi lo fa è marchiato come eretico ed espulso dalla società, in modo da non turbare gli animi dei credenti.

La Verità stessa è diventata un concetto soggettivo, nessuno può sapere la verità è il mantra di questa religione, uno dei suoi dogmi fondanti e visto che nessuno può sapere la verità perché cercarla?

La verità è che l'umanità è ancora quel bambino spaventato che ha scoperto di essere solo davanti al mondo, la paura della libertà era forte ed è arrivato un dio che ci ha detto: "Non preoccuparti, ti farò dimenticare questa paura se mi adorerai." noi gli abbiamo creduto, l'abbiamo accolto come un salvatore, ma il prezzo è stato enorme: la Pazzia.

Per farci dimenticare la paura il dio Mercato ci ha resi pazzi. 

Dobbiamo scendere dentro di noi, ritrovare quella paura e superarla. Così diventeremo adulti, finalmente non più preda della paura.    

lunedì 23 maggio 2016

Cosa fare?



Davvero c'è un baratro davanti a noi, stiamo correndo verso l'abisso con lo sguardo incollato al cellulare. 

Vorrei dire VOI, ma devo usare il NOI perché anch'io vengo spinto verso il baratro, nonostante cerchi di andare dalla parte opposta vengo trascinato dalla folla. Da persone rese cieche dal cellulare, lo sguardo perso in un mondo che non esiste.

Si corre in mezzo ad una palude velenosa. Mangiamo veleno, beviamo veleno e respiriamo veleno.

Che banalità! Quante volte avete sentito o letto ciò che qui sopra è scritto? Ormai ha perso di significato, sapete che è tutto vero eppure non impiegate un secondo per cambiare. 

Come? Come si cambia? Ah intendo cambiare sé stessi non il mondo, troppo facile annunciare: "cambierò il mondo" senza cambiare sé stessi. 

Ogni libertà va conquistata prima a livello di pensiero, quindi per cambiare sé stessi bisogna cambiare il nostro modo di pensare, di costruire i ragionamenti, bisogna, insomma, cambiare il nostro immaginario, perché è il nostro immaginario a definire le nostre azioni e quindi la realtà intorno a noi (si, è tutto intorno a te).

E come si cambia la nostra mente? La nostra mente si cambia modificando i nostri comportamenti e viceversa.

1) Buttate via la televisione. Si lo so, banalissimo, lo dicono tutti i guru più cool, e in effetti non avere la televisione fa molto snob. La TV è uno strumento micidiale, propaganda disponibile 24/24 che plasma, letteralmente, l'immaginario di intere nazioni, del mondo oserei dire, e poi questo immaginario si traduce in azione, perché noi tentiamo di realizzarlo, cambiando così la realtà che ci circonda... non so se cogliete il potenziale utilizzo di questo strumento di controllo. Per approfondire: Se fai l'amore con la televisione... e Cos'è la realtà?  

Dopo che vi sarete sbarazzati della TV (adesso hanno fatto la furbata di mettere il canone RAI nella bolletta elettrica...), vi serviranno nuovi mezzi per informarvi, internet fa al caso vostro ma, ed è un ma grosso come il K2, niente Facebook, Twitter, Instagram (uno dei peggiori), etc. etc.  quindi il punto due è:

2) Niente Social Networks. Perché? Vi starete chiedendo, oppure: "Eh si ma cheppalle non ti va bene niente." Già può sembrare così, la verità è che ci sono davvero poche cose che vanno bene a questo mondo. I Social Networks (Reti Sociali) anzitutto sono il contrario della socialità, che è incontrarsi e guardarsi negli occhi, essere presenti fisicamente e mentalmente. Tuttavia la cosa più subdola dei Social è che soffocano la capacità di argomentare, parola strana eh? La capacità di argomentare consiste nel saper sostenere un discorso (argomentazione) mediante il quale si cerca di fornire un fondamento alla propria posizione (asserzione) su un qualsiasi tema. Continuando su questa china si arriverebbe a parlare di filosofia (bleah! roba da vecchi, meno male che la stanno togliendo dalle scuole, noi siamo gggiovani), logica (ri-bleah!) e retorica (questa non sapete neanche cosa significa), quindi passiamo oltre.

Come avrete capito argomentare non è semplice, richiede conoscenza del tema che si vuole sostenere, una capacità di linguaggio articolata e (ma forse chiedo troppo) la conoscenza di, almeno un po', di retorica. Ho messo quelle parole in grassetto per un motivo, il motivo è che quella capacità di linguaggio è ciò che i Social ci tolgono. È vero che Facebook permette di scrivere post lunghi ma quanti lo fanno? E in quanti li leggono? I Social  ci tolgono la capacità di argomentare imponendoci di esprimerci in poche, pochissime parole, o solo in immagini. Non basta postare una frase famosa per sostenere un argomento (o un immagine con una frase famosa), bisogna studiare e questo mi porta al prossimo punto:

3) Studiare la Storia. Questo è un punto che farà storcere il naso a molti, del resto la scuola fa il suo dovere togliendo la voglia di conoscenza e studio (una rivelazione: studio e scuola non sono sinonimi). Perché studiare la storia? Semplice, per capire il presente. Studiate il passato per comprendere il presente e, quindi, vedere il futuro. Capire il presente non vi farà più sentire smarriti, saprete analizzare criticamente gli eventi, trarre delle conclusioni e delle opinioni che siano Vostre e non di esperti a gettone che berciano dalla scatola parlante (TV).

Ma forse volete qualcosa di più immediato... qualcosa che si possa fare subito, magari domani stesso? O forse oggi? Le banche sono ancora aperte?

4) Chiudete il conto in banca/posta. Noi abbiamo un'arma. Potente, molto potente. Noi abbiamo i soldi. Soldi che non sono altro che carta straccia a cui noi diamo un valore, ma che intrinsecamente non ne hanno alcuno. Il sistema si basa su questo, il fatto che non sappiamo di poter usare i soldi, i nostri soldi, come arma. È un gigante che si regge su piedi di carta e lo sanno, per questo stanno intervenendo: ora non si possono prelevare più di mille euro in contanti dallo sportello, pagamenti non superiori ai cinquecento euro e, fra poco, abolizione del contante e denaro digitale per toglierci proprio quest'ultima arma.

È da otto anni che non ho un conto e sto benissimo, ma io sono un Disadattato. 

domenica 21 febbraio 2016

A che gioco giochiamo?

Ecco un metodo semplice e pratico per capire e dominare le dinamiche interattive della
comunicazione verbale.

   E per una volta non parliamo di immagini e simboli, non di linguaggi preverbali e immaginario collettivo, ma proprio di comunicazione verbale: della cara, vecchia, tattile, concreta, ineludibile parola.
   Ma anche qui le cose sono assai più complesse di quanto possano apparire a prima vista, anche qui le cose hanno molteplici sfumature e livelli di lettura, ed anche la comunicazione verbale non assomiglia affatto ad un indiscutibile monolite assiomatico di chiara e univoca lettura, quanto piuttosto ad un labirinto di possibili interazioni e interpretazioni che possono sia aprire la strada alla vastità del linguaggio poetico, come nascondere tranelli comunicativi anche nella più banale delle affermazioni.

   Questo sostanzialmente per due motivi, da cercare uno all’“interno” dello strumento stesso, e l’altro all’“esterno”, ossia nell’interazione intercorrente tra i due interlocutori.
   1 - interno) Una parola ha sempre una “densità” di significati che oltrepassa il semplice significante. (concetto studiato e descritto sostanzialmente dalla semantica di De Saussure
e dalla psicanalisi Freudiana).
   2 - esterno) Anche essendo in 2 soli interlocutori, esistono ben 9 possibili modalità di interazione dialettica tra di essi, di cui solo tre saranno comunicativamente efficaci, mentre le altre 6 tenderanno a stabilire dei “giochi erronei”. (concetto esposto nell’Analisi Transazionale di Eric Berne).

Vediamo di spiegare:

   1) SIGNIFICANTE e SIGNIFICATO: anche nella comunicazione verbale possiamo scorgere almeno due livelli su cui essa si svolge contemporaneamente: uno conscio e uno inconscio, uno (il primo) che chiameremo il SIGNIFICANTE (ossia il veicolo, il suono, il significato più comune attribuibile a quella parola, il senso comune per il quale quella parola viene intesa e descritta nei dizionari), e un secondo, che chiameremo SIGNIFICATO, che attinge all’inconscio tramite la libera associazione, la condensazione, la trasposizione e la metonimia… ebbene si, ancora una volta si tratta di immagini, quella somma di immagini mentali e fotografiche che immediatamente si associano nella nostra mente ad una parola data, parola che perde immediatamente il suo significato “ufficiale”
per assumere una maggior “densità”, o una particolare colorazione data appunto sia dal contesto che dalla particolare interazione tra i due soggetti della comunicazione (tratteremo quindi questo aspetto nell’ ambito della comunicazione visuale).
   2) GENITORE, ADULTO, BAMBINO: due soggetti possono entrare in contatto verbale in 9 modalità differenti (e quindi stabilire altrettanti piani e modi di comunicare): facciamo un esempio pratico per entrare nel vivo del discorso, prima ancora di affrontarlo teoricamente.
   Quello che usiamo maggiormente nel rapportarci sarà del tipo Adulto >> Adulto: ossia, tendo a pormi all’altro in modo obiettivo e paritario, stimolando in lui una reazione analoga. Ma ora immaginiamo il capoufficio venire verso di noi su tutte le furie per un’aspettativa mancata: si rivolgerà a noi nello stesso modo? Certamente no, ma userà una comunicazione “trasversale” in cui, anche se le parole hanno un “significante” adulto, la loro intonazione, certi vocaboli, certe espressioni tipiche, saranno del tipo Genitore >>Bambino, attraverso il quale otterrà il vantaggio psicologico di dominare in modo autoritario ed a senso unico la conversazione: “Ma insomma, Fantozzi, oggi non me ne combina una giusta, cosa devo fare per farmi capire da lei? E stia un po’ attento, perdiana, che non siamo qui per giocare …” L’interlocutore sarà automaticamente portato ad identificarsi nella parte “bambina”, probabilmente balbetterà una scusa, ma avrà perso il round. Probabilmente rientrando a casa frustrato per non aver saputo “tener testa” al suo principale, riverserà sulla moglie lo stesso meccanismo, ed invece di reagire ad un “Ciao, come va” in modo pacato ed adulto, risponderà scocciato: “Dai, piantala che oggi non è giornata, piuttosto dimmi cosa c'è per cena… non avrai mica fatto ancora la solita cotoletta, spero!”, anche qui un messaggio “trasversale” da Genitore a Bambino che chiuderà qualsiasi normale e aperto sviluppo alla comunicazione: da lì in avanti probabilmente la serata casalinga procederà con un intreccio erroneo di messaggi trasversali, che otterranno solo la fuga dal “gioco erroneo” di uno dei due soggetti.
   Questo tipo di comunicazione “trasversale” infatti è monco, non ammette risposta, ed indica la precisa volontà di non voler affatto mettersi in sincero contatto con l’altro, ma di esercitare su di lui, in quel momento, un preciso dominio psicologico. È esattamente il tipo di comunicazione oggi usato nei notiziari, nei TG, e nei media in genere.

I TRE COMPONENTI DELL' IO
   Saltiamo a piè pari l’impianto completo dell’analisi transazionale che qui non ci interessa, e soffermiamoci invece su questo singolo aspetto che diventa uno strumento semplice e formidabile per capire le transazioni erronee e correggere, o toglierci, dai conseguenti errori di comunicazione.
   In modo simile a quanto fatto da Freud, Berne suddivide l' io psicologico in tre settori: il Genitore (grossomodo corrispondente al Super-Io freudiano, è il settore dell’autorità), l’Adulto (corrispondente all’Io freudiano, è il settore della coscienza vigile, della fattività matura) ed il Bambino (corrispondente all’Es freudiano, è il settore dell' impulsività, dell’emozione primordiale, delle pulsioni non ancora controllate dall’Adulto).
   Questi tre stati non sono tra loro separati ed indipendenti, ma in comunicazione
continua; sintomo di maturità è proprio la capacità dell’Adulto di mediare le rispettive
pulsioni, e di sapersene far carico “elasticamente” e armonizzandole, e di potersi spostare a
piacere in una delle tre, assecondandola o reprimendola. Al contrario, sintomo di malattia
sarà la “fissità” dell’io in uno dei tre stadi, una fissità generalizzata che comporta
l’incapacità di spostarsi e di farsi carico delle pulsioni degli altri stadi, che verranno o
inconsciamente rimosse o attivamente negate. Per esempio, chi risponde a quasi ogni
stimolo sempre in modo autoritario ha una caratterialità “fissata nel Genitore”, così come
chi risponde sempre deresponsabilizzandosi e non dando il giusto peso a questioni gravi
ed importanti ha una caratterialità fissata nel Bambino. La caratterialità sana, pur essendo
fissata principalmente nell’Adulto, ha la capacità di “spostarsi” senza troppi problemi tra
le tre: per esempio, a letto una coppia può temporaneamente regredire allo stadio di
Bambino e gioirne senza problemi (linguaggio e atteggiamento innocente e affettuoso,
giocosità erotica, ecc) cosa impossibile per chi è fissato nel genitore, che in quanto tale sarà
portato a liquidare come “sciocchezze” ogni effusione o rapporto bambino, e ad instaurare
un controllo di tipo sadomasochista per un sostanziale sentimento di paura.
   Paura derivante dal non pieno controllo di qualche pulsione rimasta inconsciamente
attiva a livello bambino, e che minaccia l’Adulto, costringendolo proprio per questo a
difendersene fissandosi al ruolo di Genitore. Come si vede tale schematizzazione dell’io
psicologico si presta ad una immediata e semplice comprensione delle dinamiche e del
modo di porsi dell’individuo in generale rispetto all’altro, diventando così uno strumento
utilissimo per lo studio della comunicazione.

   Cosa succede infatti nella transazione relazionale? A questo punto è facile intuire che,
prendendo due soggetti e ponendoli di fronte, avremo tre “partizioni” per ciascun
soggetto, ognuna delle quali può stabilire una comunicazione con una qualsiasi delle tre
altrui. Berne afferma quindi che solo le transazioni che avvengono in linea retta (Genitore
>> Genitore, Adulto >> Adulto, Bambino >> Bambino) generano una comunicazione
corretta, mente quelle che avvengono per via obliqua (per esempio Genitore >> Adulto o
Genitore >> Bambino, ed in modo simile per gli altri stadi) generano una comunicazione
erronea, un “gioco” che tende ad intrappolare in una qualche forma di controllo anziché a
comunicare in modo efficace e spontaneo.
   Torniamo al nostro esempio sotto le lenzuola: se il partner mi stimola in modo giocoso e
con frasi ingenue e “stupide”, io posso accettare il gioco (relazione Bambino >> Bambino)
ed in questo caso si svilupperà una comunicazione corretta tra i due stadi (per quanto
sempre sottoposta al benestare dell’Adulto, sempre presente: solo nella completa follia si
ha la totale sparizione dell’Adulto); ma se io risponderò scocciato “Dai, piantala con queste
bambinate” mi sarò posto nella modalità Genitore >> Bambino e, rimproverando il
bambino altrui, cercherò il suo controllo anziché una comunicazione spontanea.

Altro esempio di transazione relazionale:
   Il marito chiede: “Sai dov’è la mia cravatta nera? Non la trovo da nessuna parte” (Adulto
→ Adulto).
   Se la moglie risponde: “Non so, non l’ho vista”, abbiamo una transazione complementare
(Adulto → Adulto).
   Se la moglie risponde: “Perché dai sempre la colpa a me?” si determina una transazione
incrociata (con il Bambino che risponde al Genitore, invece dell’Adulto che replica
all’Adulto), interrompendo la comunicazione; lo stesso effetto si verifica con la risposta:
“Ecco, perdi sempre tutto!” (in questo caso, è il Genitore della moglie che si rivolge al
Bambino del marito).

   E ALLORA? Allora è facilmente intuibile che io posso intenzionalmente sviare una
corretta comunicazione ponendomi volutamente in una transazione incrociata, e
mantenendola. Se vorrò esercitare un controllo di tipo autoritario, per esempio, ed una
comunicazione - trappola dalla quale sarà impossibile uscire porrò una transazione di tipo
Genitore >> Bambino; allo stesso modo una transazione di tipo Bambino >> Adulto potrà
porre un ricatto emotivo comunque atto a controllare emozionalmente l’altro proprio
attraverso un messaggio di “debolezza”.
   Qualsiasi comunicazione di tipo Pubblicitario / Propagandistico, per funzionare, si
pone proprio attraverso una transazione incrociata: nel caso di un semplice spot la cosa
sarà limitata sia nel tempo che nella portata degli effetti; molto più grave la Propaganda, in
quanto non limitata nel tempo e che investe aspetti importanti e vitali dell’esistenza delle
persone. Pur essendo le due facce della stessa medaglia, possiamo affermare a buon diritto
che la propaganda è la faccia negativa della pubblicità, anche perché viene generalmente
utilizzata per indurre comportamenti contrari all’interesse stesso della massa cui è rivolta
(anche se è possibile utilizzarla per indurre comportamenti vantaggiosi infatti, a questo
punto decade la necessità stessa di una “persuasione occulta” in quanto gli stessi sarebbero
naturalmente accettati di buon grado; ma possiamo comunque avvalercene anche in senso
“buono”, per esempio per indurre comportamenti virtuosi non ancora entrati a far parte
dell' Immaginario Collettivo.
   Un esempio a caso, dite? Ma l’introduzione di moneta locale, parbleu!)

   PROVATE A GIOCARE: per comprendere appieno quanto qui brevemente esposto,
potreste provare un paio di esercizi pratici:
   1) Osservazione: al bar, al mercato, tra gli amici, provate a seguire il dialogo tra due
persone e cercate di capire che tipo di transazione instaurino. A proposito: anche parlare
sempre degli stessi argomenti non per arrivare a qualche conclusione, ma per la pura
gratificazione immediata, è un “gioco” in cui la comunicazione assume lo stesso significato
simbolico, che ne so, di un lecca-lecca: i “fan” di qualsiasi cosa che trovandosi parlano
quasi sempre dello stesso argomento usano la comunicazione per pura autogratificazione,
e come compensazione di qualche mancanza affettiva.
   2) Forzate la transazione: potreste poi provare ad impostare con una cavia (il/la partner
in genere sono cavie perfette) una transazione volutamente incrociata e mantenerla ad
oltranza… osservando come il partner affronterà lo spiazzamento che sicuramente gli
causerete.
   3) Riportare una transazione erronea nei giusti binari: Ecco, ora siete pronti per
individuare le erronee transazioni incrociate, capire dove vuole andare a parare l’altro e
provare a riportare (ma questo dipenderà anche da lui) la comunicazione entro binari
paralleli.

   E dato che quest' ultima cosa non è possibile farla con uno schermo, ecco perché la TV
vince sempre!

Mondart

sabato 30 gennaio 2016

Se fai l'amore con la televisione, ricordati il soprabito...




   …dove per “soprabito” si intende una protezione popolarmente conosciuta anche con
il termine di preservativo.

   Anche guardare la TV può essere molto istruttivo, a condizione che lo si faccia non per
venirne condizionati (né tantomeno per informarsi!), ma anzi per imparare a capire ed
evitare le tecniche ed i trucchi usati proprio dalla propaganda. Abbiamo già visto (Babbo Natale e la CocaCola) le modalità attraverso cui funziona uno spot pubblicitario e i troyan emozionali usati per
entrarvi in testa eludendo l’attenzione e la critica vigile.
   Bene: poiché ormai tutta l’informazione è diventata propaganda, essa funzionerà
esattamente allo stesso modo di una pubblicità, ed userà le stesse identiche tecniche, che
anzi saranno ancor più visibili in quanto applicate alla buona, velocemente, con scarso
senso estetico e funzionale dai giornalisti stessi trasformatisi ormai in un mostruoso aborto
comunicativo.

   Aborto comunicativo in quanto se snaturati della loro vera funzione di informazione,
non sono tuttavia dei pubblicitari né vengono messi in condizione di utilizzare
adeguatamente le conoscenze e i mezzi dello spin doctoring: non sono più né carne né
pesce insomma, ed infatti chi sa leggere il loro tipo di comunicazione non potrà far altro
che contorcersi dalle risate, o vomitare di brutto se lo stomaco è più debole; a rifarsi la
bocca potrà poi servire la degustazione di un bello spot pubblicitario che almeno è cucinato
bene.
   Questo serva dunque a consolarci facendoci già intuire che le trasmissioni di cosiddetta
informazione, ben lontane dal costituire quel temibile strumento di controllo orwelliano
paventato dai più, possono risultare godibili al pari delle comiche di Stanlio e Ollio,
talmente la propaganda ivi profusa è maldestra, risibile, riconoscibilissima e cafona
(ovviamente poi resta il problema di andarsi a cercare un po’ di informazione meno
addomesticata).



   Molto più pericolose invece sono proprio le trasmissioni d’intrattenimento, dove la
propaganda non riguarda più un singolo fatto ma tende ad infondere un intero modo di
pensare, una visione del mondo, insomma quel Pensiero Unico tanto caro al potere, con
tecniche che tenderanno ad operare quello svuotamento degli Archetipi a noi più cari per
ridurli a puro veicolo, a puro strumento di vendita dell’ideologia dominante. In questi
contenitori (talk-show, telefilm seriali, fiction, film) la propaganda è meglio gestita e
confezionata più professionalmente; inoltre è meno visibile sia perché presentandosi come
“intrattenimento” tali spettacoli abbassano automaticamente le nostre barriere critiche e ci
trovano già bendisposti e rilassati, sia perché il loro fine non è semplicemente camuffare un
evento ma orientare il pensiero e l’opinione pubblica nel suo complesso. Il loro fine
insomma è proprio quello di creare quel backgroud emozionale e culturale sul quale andrà
poi a innestarsi la disinformazione spicciola.
   Sono queste pertanto le trasmissioni che rappresentano il vero pericolo televisivo da cui
difendersi, anche perché vengono appositamente allestite ad hoc, così come i colossal, i
festival dei fiori e qualunque altro costoso baraccone mediatico direttamente gestito dal
potere.
   Anche qui avremo ampia scelta di menù, e potremo osservare quale cura viene messa nel
condire con la salsa della propaganda piatti “per bocche buone” (come i talk-show in
genere) dove l’uso della medesima sarà sfacciato e preponderante e le tecniche facilmente
riconoscibili, fino ai piatti più raffinati, come l’ultimo film di successo, la fiction, il
programma culturale in seconda serata, dove per riconoscerne le più sottili sfumature e gli
amalgami sopraffini servirà un certo palato da sommelier.

   Il loro funzionamento però, stringi-stringi, è sempre riconducibile alle tecniche già viste
parlando dello spot, e quindi facilmente sgamabile da un occhio appena un po’ attento.
Non serve infatti la laurea per riconoscere e stornare la propaganda, ma qualche
accorgimento tecnico e un po’ di psicologia spicciola, accorgimenti che cercheremo qui di
vedere non in modo accademico ma proprio con la funzionalità richiesta ad un semplice
“vademecum” da applicare e utilizzare alla bisogna.



   La transazione Genitore >> Bambino: il primo fondamentale meccanismo da capire
appena ci sediamo davanti alla TV è che essa, in quel momento stesso, assume
automaticamente per il nostro inconscio il ruolo dell’Autorità. Ora, l’Autorità in senso
lato (così come il Potere) è un’idea di per sé senza colore né connotazione morale, un puro
contenitore nel quale io ripongo la mia fiducia e la mia disponibilità a lasciarmi guidare e
plasmare.

   Esistono però sia esempi di Autorità Positive come anche una serie di Autorità Negative:
la differenza tra l’una e l’altra sta nel modo di applicazione dello strumento autoritario: se
chi lo detiene lo userà per DIMINUIRE LA DISTANZA esistente tra i due soggetti
parleremo di applicazione positiva dell’autorità (esempio di questo tipo è il maestro, il
genitore coscienzioso, chi insegna un’arte, tutti i casi in cui l’interesse di entrambi i soggetti
coincide nel raggiungimento di una sostanziale parità, e nell'annientamento stesso delle
distanze per arrivare ad un pareggiamento ideale di capacità e conoscenza). Se chi lo
detiene lo userà invece per AUMENTARE LA DISTANZA esistente tra i soggetti
parleremo di autorità negativa (ne troviamo esempi in ogni forma fortemente
burocratizzata, nell’esercito, nelle gerarchie chiuse, nei rapporti di lavoro sottomesso, ecc,
dove l’interesse dell’autorità sta nel mantenere le distanze tra i soggetti inculcando
nell’altro un senso di inferiorità). A sua volta potremo distinguere in questa seconda
categoria le forme del semplice Autoritarismo (gestione rigida dell’autorità a fini
organizzativi come avviene per esempio nell’esercito) e del molto più pericoloso Sadismo
(gestione dell’autorità tendente alla sopraffazione fisica e/o psicologica del sottoposto).

   Non solo la TV e i Media usano oggi quasi esclusivamente quest’ultimo tipo di
Autorità sadica, ma lo fanno anche in modo che non riusciamo a metterlo in discussione,
instaurando la tipica “transazione obliqua” (ne parleremo in un prossimo post, trattando
di Eric Berne e dell’analisi transazionale) esistente tra genitore e bambino ed usandola in
modo tipicamente sadico (aumentare la distanza con l’inganno e creare sudditanza
psicologica).
   Infatti il linguaggio attuale dei media non è (come sarebbe da aspettarsi in un ambito
puramente informativo) del tipo Adulto >> Adulto, in cui si stabilisce un rapporto
comunicativo paritario, ma adotta il tipico linguaggio che si userebbe con un bambino di
pochi anni: pur estremamente suadente, è ovvio il messaggio trasversale di netta
distinzione tra “chi sa” e chi “deve tacere ed ascoltare perché non ha l’età né l’esperienza
per capire e tantomeno per controbattere”. Tecnica usatissima per esempio nei talk-show,
dove il conduttore voglia ridurre al silenzio un interlocutore diventato scomodo, tecnica
con cui si danno le notizie nei TG, tecnica usata in modo più innocuo in ogni spot, dove si
fa appello proprio alla temporanea regressione infantile ottenuta subliminalmente
attraverso il troyan emozionale.



   Prendere confidenza con questa tecnica sarà quindi la prima cosa da fare per
difendersi dalla persuasione occulta; ci ritorneremo: nel frattempo potreste divertirvi
analizzando dall’esterno qualsiasi dialogo tra due persone, e vedere tra quali “stadi” (Genitore, Adulto, Bambino) viene condotta la transazione comunicativa.
   Va da sé che il mio atteggiamento sarà molto diverso se il mio interlocutore si rivolge a
me come un bimbo o come un adulto, in quanto tenderò automaticamente a mettermi
proprio in quella condizione emotiva: e se con un interlocutore reale posso riconoscere e
forzare questo espediente cercando di non sottostare a questo gioco, la stessa cosa non
potrò assolutamente farla con uno schermo di vetro!

Decalogo del perfetto amante mediatico:

   Ecco quindi una serie di tecniche psicologiche di vasto utilizzo mediatico, tecniche da
cui "preservarvi" per far l' amore in tutta sicurezza anche con la televisione:

1-La strategia della distrazione
   L’elemento primordiale del controllo sociale è la strategia della distrazione che consiste nel deviare l’attenzione del pubblico dai problemi importanti e dei cambiamenti decisi dalle élites politiche ed economiche, attraverso la tecnica del diluvio o inondazioni di continue distrazioni e di informazioni insignificanti.
   La strategia della distrazione è anche indispensabile per impedire al pubblico d’interessarsi alle
conoscenze essenziali, nell’area della scienza, l’economia, la psicologia, la neurobiologia e la
cibernetica. “Mantenere l’Attenzione del pubblico deviata dai veri problemi sociali, imprigionata da
temi senza vera importanza. Mantenere il pubblico occupato, occupato, occupato, senza nessun
tempo per pensare, di ritorno alla fattoria come gli altri animali”.

2- Creare problemi e poi offrire le soluzioni.
Questo metodo è anche chiamato “problema - reazione - soluzione”. Si crea un problema, una
“situazione” prevista per causare una certa reazione da parte del pubblico, con lo scopo che sia
questo il mandante delle misure che si desiderano far accettare. Ad esempio: lasciare che si dilaghi o
si intensifichi la violenza urbana, o organizzare attentati sanguinosi, con lo scopo che sia il pubblico
che richiede le leggi sulla sicurezza e le politiche a discapito della libertà. O anche: creare una crisi
economica per far accettare come un male necessario la retrocessione dei diritti sociali e lo
smantellamento dei servizi pubblici.

3- La strategia della gradualità.
Per far accettare una misura inaccettabile, basta applicarla gradualmente, a contagocce, per anni
consecutivi. È in questo modo che condizioni socioeconomiche radicalmente nuove (neoliberismo)
furono imposte durante i decenni degli anni 80 e 90: Stato minimo, privatizzazioni, precarietà,
flessibilità, disoccupazione in massa, salari che non garantivano più redditi dignitosi, tanti
cambiamenti che avrebbero provocato una rivoluzione se fossero stati applicati in una sola volta.

4- La strategia del differire.
Un altro modo per far accettare una decisione impopolare è quella di presentarla come “dolorosa e
necessaria”, ottenendo l’accettazione pubblica, nel momento, per un’applicazione futura. È più
facile accettare un sacrificio futuro che un sacrificio immediato. Primo, perché lo sforzo non è quello
impiegato immediatamente. Secondo, perché il pubblico, la massa, ha sempre la tendenza a sperare
ingenuamente che “tutto andrà meglio domani” e che il sacrificio richiesto potrebbe essere evitato.
Questo dà più tempo al pubblico per abituarsi all’idea del cambiamento e di accettarlo rassegnato
quando arriva il momento.




5- Rivolgersi al pubblico come ai bambini.
La maggior parte della pubblicità diretta al gran pubblico, usa discorsi, argomenti, personaggi e
una intonazione particolarmente infantile, molte volte vicino alla debolezza, come se lo spettatore
fosse una creatura di pochi anni o un deficiente mentale. Quanto più si cerca di ingannare lo
spettatore più si tende ad usare un tono infantile. Perché? “Se qualcuno si rivolge ad una persona
come se avesse 12 anni o meno, allora, in base alla suggestionabilità, lei tenderà, con certa
probabilità, ad una risposta o reazione anche sprovvista di senso critico come quella di una persona
di 12 anni o meno.

6- Usare l’aspetto emotivo molto più della riflessione.
Sfruttate l'emozione è una tecnica classica per provocare un corto circuito su un'analisi razionale
e, infine, il senso critico dell'individuo. Inoltre, l'uso del registro emotivo permette di aprire la porta
d’accesso all’inconscio per impiantare o iniettare idee, desideri, paure e timori, compulsioni, o
indurre comportamenti….

7- Mantenere il pubblico nell’ignoranza e nella mediocrità.
Far si che il pubblico sia incapace di comprendere le tecnologie ed i metodi usati per il suo
controllo e la sua schiavitù. “La qualità dell’educazione data alle classi sociali inferiori deve essere la più povera e mediocre possibile, in modo che la distanza dell’ignoranza che pianifica tra le classi
inferiori e le classi superiori sia e rimanga impossibile da colmare dalle classi inferiori".

8- Stimolare il pubblico ad essere compiacente con la mediocrità.
Spingere il pubblico a ritenere che è di moda essere stupidi, volgari e ignoranti ...

9- Rafforzare l’auto-colpevolezza.
Far credere all’individuo che è soltanto lui il colpevole della sua disgrazia, per causa della sua
insufficiente intelligenza, delle sue capacità o dei suoi sforzi. Così, invece di ribellarsi contro il
sistema economico, l’individuo si auto svaluta e s’incolpa, cosa che crea a sua volta uno stato
depressivo, uno dei cui effetti è l’inibizione della sua azione. E senza azione non c’è rivoluzione!

10- Conoscere gli individui meglio di quanto loro stessi si conoscano.
Negli ultimi 50 anni, i rapidi progressi della scienza hanno generato un divario crescente tra le
conoscenze del pubblico e quelle possedute e utilizzate dalle élites dominanti. Grazie alla biologia, la
neurobiologia, e la psicologia applicata, il “sistema” ha goduto di una conoscenza avanzata
dell’essere umano, sia nella sua forma fisica che psichica. Il sistema è riuscito a conoscere meglio
l’individuo comune di quanto egli stesso si conosca. Questo significa che, nella maggior parte dei
casi, il sistema esercita un controllo maggiore ed un gran potere sugli individui, maggiore di quello
che lo stesso individuo esercita su sé stesso.


Di Mondart