di Mond-Art
Come immaginate voi l’Inferno?
Università di Stanford (California), Agosto 1971: lo psicologo Philip Zimbardo recluta con
un annuncio sul giornale e seleziona 24 studenti “sani, intelligenti, benestanti ed appartenenti alla
classe media, psicologicamente normali e senza nessun precedente violento” a prendere parte a uno
studio psicologico sulle dinamiche interpersonali insorgenti nell’ambito della vita in carcere.
L’esperimento, che sarebbe dovuto durare due settimane e coinvolgere i soggetti in una
simulazione di vita carceraria condotta in un ambiente comunque “scientifico” e
strettamente monitorato, viene interrotto dopo soli cinque giorni perché “sfuggito al
controllo”…
…non solo infatti una metà degli studenti si era trasformata in un branco di spietati
aguzzini mentre l’altra metà mostrava evidenti segni di traumi psichici, depressione e
apatico adattamento a restrizioni ed abusi subiti, ma lo stesso Zimbardo (come lui stesso
scrive!) perde completamente la necessaria obiettività di “supervisore” finendo per
immedesimarsi e lasciarsi troppo coinvolgere nella repressione di una possibile fuga: non
solo le “cavie” quindi, ma anche lo stesso sperimentatore finiscono per perdere
completamente il senso del limite tra realtà e finzione, e sarà il provvidenziale
intervento di amici e visitatore “esterni” a far ravvedere e rinsavire Zimbardo che quindi
sospenderà l’esperimento.
…Prego osservare nella loro splendida nudità le seguenti dinamiche: La FINZIONE
che dapprima si trasforma in INCONSCIO COLLETTIVO (in quanto convenzione
“intimamente” accettata e condivisa da tutti, e quindi introiettata come “vera, unica e
indiscutibile” anche grazie all’azione concomitante delle tecniche di depersonificazione
adottate nel corso dell’esperimento stesso), e successivamente si tramuta in REALTÀ… in
soli 5 giorni!…
E se non ci fosse stato nessun provvidenziale intervento esterno?
Se quell’esperimento fosse stato condotto, che ne so, sulla Luna senza contatti diretti con
la Terra?
……………………………............
Ora, non ci interessa qui sottolineare la trasformazione sadica delle “guardie”, già
ampiamente (e molto spesso a sproposito) riportata dai media, quanto l’evoluzione di tipo
passivo - masochista dei “carcerati”. (questa hanno molto meno interesse a riportarla e
sottolinearla!)
Carcerati che finiscono anch’essi per perdere tragicamente qualsiasi contatto mentale
con la loro “identità di normali studenti borghesi”, qualsiasi consapevolezza della
finzione e dell’artificiosità della situazione, fino ad approdare alla convinzione che: “Da
quella situazione sarà impossibile uscire”.
Carcerati il cui comportamento, attraverso vari stadi, sfocerà in soli 5 giorni o nella crisi
isterica (e in una quanto mai probabile conseguente follia), o nell’accettazione passiva e
senza più ribellione della loro nuova condizione, nella completa “introiezione” del
loro stato di prigionieri… e a questo stadio ogni ulteriore vessazione subita anziché
spingerli, come sarebbe logico supporre, verso una possibile organizzazione e rivolta, non
farà che rafforzare in loro questa convinzione… non “sono più” gli individui Tizio e Caio,
ma i prigionieri numero x e y…!
E mentre le guardie, che pur sfociando nel sadismo hanno sviluppato un forte senso di
unità e appartenenza al “branco” e sono psicologicamente appagate da ciò, al punto da
dispiacersi che l’esperimento venga interrotto, i “prigionieri” sono confusi, sospettosi l’uno
dell’altro, isolati nella loro spersonificata apatia, e pronti a vendersi o a far la spia per un
piccolo privilegio… e non c’è più in essi nessun senso di identità né singola né collettiva,
nessun senso di gruppo…
(…Ma pensa che pacchia, conoscere questi insospettabili sviluppi, per un eventuale
potere forte…)…
LA STANFORD MEDIATICA
Ora, se l’idea di avere una popolazione di folli forse non aggrada nemmeno ad un
potere assoluto, se non altro per l’ovvia impossibilità di potersene servire in alcun
modo, pensa che bello se tutti si trasformassero invece in apatici e disgregati sudditi
nelle mani di pochi detentori del potere e delle redini globali…!
(Credete che non ci abbiano pensato? Tutto il “quid” dell’esperimento di Stanford, ciò
che ha reso possibile arrivare alle conseguenze sopra riportate, si basa sulla
“deidentificazione”, sulla “perdita dell’identità psicologica” delle cavie… ora, se
riuscissimo ad arrivare a ciò non nel modo traumatico e “distonico” utilizzato durante
l’esperimento, ma in modo piacevole e “sintonico”, potremmo anche avere dei sudditi
felici… degli schiavi rincoglioniti e tutto sommato contenti, e che comunque mai e poi mai
penseranno di ribellarsi…)…
- Oooohhh, e come si potrebbe fare?
- Per esempio, facendo in modo che la sensazione di “prigionia” sia impercettibile, e
pressoché nulla… rendendo invisibili sia i muri del carcere sia ogni possibile sospetto
sull’esistenza di controllori ad un superiore livello… e facendo credere ai babb… eh,
popolo, di essere i soli giocatori del gioco.
- Tanto per cominciare, invece che portarli in prigione, potremmo portare la prigione
nelle loro comode abitazioni…
- La Televisione!
- “Attraverso” la Tv, i giornali, i computer, i media insomma… in modo giocoso e
piacevole… Creare in modo “soft” quell’inconscio collettivo che essi poi
“realizzeranno”, proprio come nell’esperimento di Stanford… finendo per crederci in
pieno, e per ritenerla l’unica realtà possibile.
- Oooohhh, piano, non parlare difficile… lo sai che noi potenti non siamo poi tanto forti
quanto a materia grigia…
- Lo so, lo so… allora, in parole povere… si tratterebbe insomma di raccontare delle gran
balle, di creare dal niente un “gioco” con regolette dettate da noi… loro ci crederanno fino
in fondo e noi, che abbiamo fatto le regole, ne trarremo i benefici; il gioco principale si
chiamerà “Economia”, e sarà condotto con le regole della “Moneta”, del “Signoraggio” e
del “Debito Pubblico”… e loro correranno, vedrai come correranno dietro questo gioco!
Alcuni si divertiranno anche molto, altri meno, ma nessuno sospetterà, mai e poi mai, che
si tratterà solo di una realtà virtuale.
Poi si dovrebbe fare il gioco “Guerra”, così quando qualcuno perde nel gioco “Economia”
e si arrabbia potrà azzannarsi coi compagni di cella, e non sogneranno neanche di pensare
a noi…
- Oooohhh, sembra fantascienza… sembra un film che ho visto una volta, si chiamava
“Ammatrix!”…
- “Matrix”, ’gnurant!
- Ah si, Matrix… ma come convincerli a giocare ai giochi che avremo inventato per loro?
- Ah, questo è l’aspetto più semplice, “deidentificando e spersonalizzando” …ah già,
dimenticavo che con te devo spiegarmi come a un cogl… a un bambino di tre anni in piena
fissazione anale il cui unico scopo è accumulare…
- Come dici? Non si capisce niente!
- Niente, cose mie da scienziato. Allora, in parole semplici: basta sostituire quello in cui
credono loro con quello a cui crediamo noi… per questo ci sono altri due giochi: uno si
avvale di tecniche sofisticate ed avveniristiche, e servirà per agire sulle menti… si chiama
“informazione e intrattenimento”. L’altro agisce a un livello più viscerale, e si chiama
“Politica”.
- Un gioco nel gioco?
- Esattamente, come le bambole cinesi… giocando a “Politica” e “Informazione e
Intrattenimento” non solo faranno esattamente quello che vogliamo noi, ma ci crederanno
tanto e si immedesimeranno tanto, che saranno pronti a deridere chiunque tenterà di
aprirgli gli occhi!
- Il tutto mentre intanto si svolge il grande gioco “Economia”!
- Bravo, stai cominciando a capire, vedi che non è poi così difficile…
- E mentre al piano di sopra noi monitoriamo, controlliamo e guidiamo tutto!
- E vi appropriate di tutte le risorse e capacità produttive del pianeta…
Ma torniamo a noi, ad un livello meno esilarante del nostro discorso, e a quello che in
questo momento vi riguarda più da vicino, perché ne va della vostra stessa esistenza comeprigionieri o uomini liberi (e forse della vostra esistenza tout-court).
Vi siete mai chiesti perché vi possono togliere e precarizzare il lavoro, togliere dignità,
diritti e ogni passata conquista sociale; perché vi possono abbassare i salari, tassarvi in
modo iniquo, farvi morire di legge 30; perché possono cacare su leggi e giustizia,
perpetrare stragi di stato, osannare la guerra, inquinarvi il cibo e l’acqua, uccidervi di
troppa o troppo poca “sanità”, depredarvi in nome del debito pubblico, uccidervi in nome
della democrazia, coprirvi di rifiuti, di cemento e di tutte le loro diavolerie chimiche;
perché riescono a frammentare i popoli, a farli odiare l’un l’altro, a farvi guardare al
prossimo solo in veste di “concorrente” o di “consumatore”… senza che riusciate più
neanche non dico a ribellarvi (che sarebbe pretendere troppo), ma quantomeno ad
organizzarvi e protestare in modo efficace?
Il motivo è esattamente quello visto in apertura, quello che successe ai prigionieri
dell’esperimento: siete caduti nella “Sindrome di Stanford”, avete già completamente
sostituitola vostra identità con la realtà fittizia creata per voi, e proprio come
nell’esperimento non capite di essere immersi in una pseudo-realtà, e di essere voi stessi
cavie di un esperimento globale e mediatico.
Come nell’esperimento avete maturato la convinzione che questa sia la sola ed unica
realtà sempre appartenuta al genere umano, che sia ineluttabile, e che, anche se
spiacevole, “Non c’è alternativa”.
Stranamente poi vi illudete spesso, erroneamente, che l’intervento di qualche “delegato
di turno” (l’Avvocato, o il Prete nell’esperimento) possa “tirarvene fuori”; ma quelli che voi
delegate non sono altro che attori, o prigionieri anch’essi, che godono di qualche favore e
di celle più comode in cambio del loro servilismo…
E statene certi: non ci sarà nessun provvidenziale intervento esterno a dirvi: “Oh, guarda
che tu non sei il Consumatore N° xyz, non sei il Conto corrente N° xyz, non sei l’allocco
munito di tessera elettorale N° xyz, tu sei “Caio Sempronio”, ti ricordi? E sei entrato in
questo incubo solo qualche decennio fa… adesso è finita, è ora di uscire dai, andiamo fuori
di qui.”
Al contrario, cercheranno sempre di convincerti della bontà e della concretezza
dell’incantesimo che vi hanno costruito attorno!
No, non ci sarà nessun intervento esterno, se non sarete voi a vederlo, e a capirlo, e a
tirarvene fuori… l’“esperimento”, andando avanti ad oltranza, sarà l’unico vincitore,
senza che nessuno riesca più a fermarlo: le cavie, completamente e bilateralmente
impazzite nel loro folle scambio di realtà, guideranno nello spazio un pianeta di folli,
finché non sarà la natura stessa a tutelarsi, ponendo fine all’esperimento “umani”.
Torno a chiedervi: “Come lo immaginate voi, l’Inferno?