sabato 18 agosto 2018

Fiction e Talk Show sono gli aspetti più pericolosi della Televisione (Parte 2)



Dopo una necessaria digressione per presentare il quadro, torniamo a noi e all'argomento del titolo.

TALK SHOW
   Ho già detto altre volte che chi afferma che il ruolo principale dei Media sia semplicemente quello di disinformare, sbaglia di grosso: il vero compito dei Media è creare un immaginario, e quindi dei comportamenti indotti in modo che quelli non confacenti al Potere non siano nemmeno presi in considerazione dalle masse così indottrinate. Finché sarà il soggetto stesso a considerare inopportuno un certo comportamento, proprio come avviene nel bambino che impara a fare la cacca nel vasino.

   L'indottrinamento, come abbiamo già detto, avviene a livello emozionale e non informativo: la televisione non "impone" niente, ma propone ben determinati atteggiamenti che saranno emotivamente premiati a scapito di altri: questo lo vediamo benissimo per esempio nei talk show, o in programmi come "Amici", "Uomini e Donne" o "Il Grande Fratello", dove viene premiata la superficialità, l'apparire, l'istintività ecc. sul ragionamento, sulla sensibilità, sulla creatività, sul pensiero acuto, sull'analisi intelligente. L'ignoranza è premiata a livello conscio come l'aggressività e l'atteggiamento impulsivo sono premiati a livello inconscio da un personaggio superiore che controlla il gruppo, ed a cui bisogna fare perenne riferimento prima di esprimere un'opinione.
   Tipica in tal senso la tattica di far scaturire una discussione che verrà abilmente pilotata dal conduttore di turno a sfociare in rissa, con conseguente svalutazione di ogni riflessione logica e premiazione dell'impulsività, della rissa, del leader che urla più forte, o più bello, o più carismatico. Ogni obiezione valida verrà smorzata sul nascere, o apertamente derisa dal "branco" (ora capite anche perché Maurizio Costanzo fu uno dei primi tesserati della P2).

   Dividere la massa in due grandi fazioni è una tattica comodissima, sempre adottata e proposta in tutti i comportamenti sociali (sport, politica elettorale, dibattiti culturali, discussioni in genere, etc.) perché comporta una serie innumerevole di vantaggi in termini di controllo e creazione del consenso: innanzitutto il vantaggio di dividere artificiosamente una massa che potrebbe affrontare in modo unitario una questione, con ottime possibilità di risolverla: si creeranno così contrapposizioni interne alla massa stessa, che porteranno ad ignorare o svuotare completamente il vero contenuto di partenza. Anche qui si uscirà con un nulla di fatto, o comunque con la votazione della soluzione già voluta dal controllore.
   Il dibattito, invece di far uscire da un vero confronto pacifico energie e idee utili ad affrontare l'argomento, avrà stressato gli astanti e distrutto ogni energia propositiva volta ad affrontarlo serenamente, e l'argomento stesso di partenza verrà quasi sempre eluso. Questo viene presentato come procedura democratica, rispettosa del contraddittorio. Quasi sempre poi le due proposizioni iniziali sulle quali si andranno a dividere gli astanti sono false, o contengono due mezze verità, in modo che sia già potenzialmente assurdo affrontare il dibattito in quei termini.

FICTION
   Perché affermo che il pericolo risiede soprattutto in questo genere di programmi, e non nell'informazione lacunosa dei notiziari?
   Perché questi programmi agiscono esattamente nel modo descritto in "Babbo Natale e Coca Cola", ossia propongono degli archetipi emozionali, dei mondi fantastici interni coi quali saremo portati a identificarci, sostituendoli a quelli spontaneamente formatisi nella cultura popolare dopo secoli di pratica del buon senso. Così che l'esempio da imitare non sarà più il Padre Brown, acuto investigatore ma anche sensibile e profondo scrutatore dell'animo umano, ma prima il Magnum PI ed infine CSI, completamente spersonalizzato in "ruoli" squallidi e iperspecialistici. Per fare solo un esempio, ovvio.

È L'EMOTIVITÀ E NON IL RAGIONAMENTO A MUOVERE LE MASSE.



   Inoltre tali programmi fanno leva sull'emozionalità della gente, sul loro sentire "di pancia" e non sulla testa, in quanto quello è lo strumento più idoneo a guidare masse spersonificate.
   La fiction "Carabinieri" per esempio ci inculca un immaginario di genuinità quasi campagnola del corpo, di vicinanza alla gente, di quasi "amicizia", mentre sappiamo che tutto ciò è assolutamente falso, in quanto ormai i Carabinieri sono ormai un corpo a livello transnazionale, che risponde a fredde ed impersonali direttive europee. Ma questo non è accettabile dal nostro immaginario, che preferisce credere alla favoletta del buon carabiniere di paese, di un piccolo paese come Gubbio per esempio (contrapposto alla mostruosità anonima della UE), con tanto di prete che va in bicicletta e si interessa alle indagini, con gli sviluppi amorosi interni che hanno il solo scopo di aumentare e accreditare un'immagine "umana" del corpo, e via di questo passo.
   E se riuscite a tenere spenta la TV per una settimana, vi accorgerete che quello che vi mancherà, come una sorta di astinenza, è proprio il tal personaggio, la tal fiction entrata nei vostri cuori, segno indelebile che il condizionamento emotivo ha fatto centro, che "vivete come vera" questa emozione, e quanto più la realtà è squallida, quanto più il singolo è frustrato dalla sua vita quotidiana, tanto più tali emozioni riusciranno ad installarsi fermamente nel vostro immaginario.
   Peccato che siano solo portatrici del virus del consenso.

SI, DIRETE, MA ALLA FINE IL MAGGIOR CONDIZIONAMENTO STA SEMPRE NELLA MANIPOLAZIONE DELLE NOTIZIE...

   Balle. La cartina al tornasole è ancora una volta fornita da Internet, dove le notizie si trovano, eccome! Eppure pressoché tutti i blogger si lamentano che questo non serve a far cambiare di una virgola direzione alla gente.
   Infatti le azioni di massa vengono SEMPRE intraprese sull'ondata emotiva, non sul ragionamento logico né tanto meno sull'approfondimento intellettuale... per quello occorrono INDIVIDUI, ed entriamo nel circolo vizioso... il potere trasforma gli individui in massa proprio per ottenere un facile consenso e rendere del tutto inapplicabile ogni azione individuale basata sulla reale comprensione dei fatti.

   Un esempio classico: chi ha compreso a fondo il meccanismo schiavizzante della moneta-debito suggerisce spesso sui blog, anche molto chiaramente, che boicottare le banche basterebbe a dare una bella botta al sistema (in effetti, con una riserva frazionaria al 2%, ritirare per esempio i risparmi il danno glielo farebbe, eccome, in quanto toglierebbe legna da ardere al meccanismo di moltiplicatore bancario)... eppure tanti lo capiscono ma nessuno si muove, perché?
   Perché se "logicamente" lo comprendono, "emozionalmente" restano attaccati alla loro banca e al loro denaro, alla paura indotta di perdere tutto, la banca insomma continua ad essere vissuta proprio come la TV, la "Grande Mamma Buona" che ti accoglie e che mai e poi mai ti farebbe del male o agirebbe contro il tuo interesse... e il potere sfrutta criminalmente proprio queste emozioni sotterranee, non le analisi logiche, come perfettamente dimostrato da ogni dittatore, che deve essere un ottimo imbonitore e parlatore, ma deve assolutamente astenersi da ogni analisi di sorta. Deve proporre sogni, aspirazioni, chimere che prendano "di pancia" la massa, sfruttando proprio le sue frustrazioni.

   Per finire quindi, anche nei notiziari non è tanto il fatto che una notizia venga censurata a renderli pericolosi, quanto, ancora, l'emotività su cui si fa leva come unica chiave di interpretazione e lettura delle notizie stesse: l'assassinio, il disordine, la paura, il cataclisma, la corruzione, l'ingiustizia, il caos che fanno dire alla massa rassegnata che "contro tutto questo, non si può far niente". (Ecco perché i notiziari sono tanto prodighi di cattive notizie, ma non presentano mai una sola analisi o ipotesi di soluzione: "La soluzione non esiste, e questo è il migliore dei sistemi possibili: queste cose succedono per caso o per la malvagità della gente"... questo è il solo messaggio finale inconscio che deve arrivare).

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